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 8 settembre 1943, il dovere di ricordare

Circa 700 morti, quell’8 settembre 1943. Una città, Frascati, piegata dalle atrocità della guerra e resa un cumulo di macerie dalle bombe. Mentre i suoi abitanti, sopravvissuti al dolore, hanno saputo ricostruire. Oggi in rappresentanza della Regione Lazio ho partecipato alle celebrazioni del 73° Anniversario del Bombardamento di Frascati

Ci troviamo qui davanti al Monumento ai Caduti per commemorare le vittime dell’8 settembre 1943. E lo facciamo come ogni anno per onorare il ricordo di chi non c’è più, e per abbracciare i sopravvissuti e le famiglie messe in ginocchio dalle atrocità della seconda guerra mondiale.

Ma oggi tutto questo assume un valore, mi sia consentito, ancora più profondo. Perché a meno di 200 chilometri da qui ci sono paesi che sono andati distrutti, famiglie smembrate, case crollate e ridotte a un cumulo di macerie. E non per via di bombe nemiche, ma a causa di un drammatico terremoto. Credo allora che un pensiero vada rivolto anche oggi alle 295 vittime di Ariccia, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. Stringendo un legame ideale con le circa 700 persone che 73 anni fa perirono per via dei bombardamenti americani.

Quel giorno, l’8 settembre del 1943, veniva resa nota la firma dell’Armistizio del Paese con gli Alleati. Da quel momento, rinasce un’Italia democratica basata sui valori della Resistenza e della lotta per la Liberazione. Ma quello stesso giorno, quando la notizia venne diffusa da Radio Algeri e poi confermata con il proclama del maresciallo Badoglio ai microfoni dell’Eiar, Frascati fu completamente rasa al suolo.

Istanti drammatici, impressi nella memoria dei sopravvissuti. Ma il coraggio e la forza dei suoi abitanti furono determinanti. Ci raccontano le ricostruzioni storiche che, guidati da monsignor Budellacci, innanzitutto lavorarono senza sosta per estrarre i corpi dalle macerie e dare loro degna sepoltura. Poi, la popolazione si rimboccò le maniche, e ricostruì case, scuole, edifici pubblici andati quasi completamente distrutti.

Una storia che abbiamo il dovere di ricordare, da cui, al di là della drammaticità dei fatti, emerge un importante messaggio di speranza, solidarietà e unione. Costruendo e rinforzando così il vostro – e nostro – profondo senso di comunità.

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Occuparmi dei cittadini, risolvere i loro problemi e prendermi cura della comunità è la ragione per cui mi impegno ogni giorno.

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