A 24 anni da quel giorno che scosse profondamente le coscienze di ognuno di noi, non dobbiamo smettere di ricordare gli uomini, il loro impegno, il loro agire. Onorare la loro memoria per attivare nel sentire di ogni singolo individuo, a partire dai giovanissimi e da chi il 23 maggio del 1992 non era neanche nato, la consapevolezza che la lotta alle mafie si combatte ogni giorno, con la correttezza dei comportamenti e la capacità di non scendere mai a compromessi. Palermo chiama Italia, e l’Italia intera risponde. Con le manifestazioni, come quella con gli studenti promossa dalla Regione Lazio alla casa del Jazz di Roma, o come la cerimonia nell’Aula Bunker dell’Ucciardone. Oggi non vogliamo cancellare le immagini di quell’autostrada sconquassata, l’asfalto in polvere e le auto distrutte: immagini che rimarranno per sempre impresse nella nostra mente, perché sono il simbolo visivo, insieme a quelle del 19 luglio in via D’Amelio, della capacità di agire della mafia di quegli anni. Così come vogliamo invece scandire forte i nomi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro: il valore della legalità oggi è più che mai impresso nei loro volti.