Il problema delle carceri è complesso, e deve essere affrontato come una questione di civiltà da risolvere al più presto. Un paese come il nostro, che si definisce democratico e civile, deve cercare di intervenire per renderle posti vivibili, perché non è possibile recludere un uomo in uno spazio di 3 metri quadrati. È contro i diritti della persona.

Anche l’Europa comincia a far sentire la sua voce: siamo il paese con le carceri più affollate e quello con la maglia nera per i suicidi. Nell’ultimo anno 186 detenuti hanno perso la vita e queste morti non possono avere spiegazioni plausibili.
Credo che dobbiamo adoperarci tutti per renderle spazi dove un detenuto possa ritrovare la giusta via per rientrare in società.

Sento che si comincia a delineare una sensibilità diversa sull’argomento: si parla della dignità delle persone anche per coloro che hanno sbagliato e sono stati condannati ad una pena. Tutti hanno diritto ad una vita dignitosa, anche da reclusi.  Deve essere una battaglia da portare avanti con caparbietà e grinta, che giunga a risultati concreti nel più breve tempo possibile.
Spesso, purtroppo, l’informazione canalizza i temi dell’opinione pubblica: mette in evidenza quelli di secondo livello e tralascia quelli che sono di enorme importanza.

Dovremmo adoperarci concretamente affinché questo diventi un problema di tutti e non solo di pochi.