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 Leodori: «Se le misure non saranno rispettate interverremo con altri mini-lockdown»

Intervista di Maria Egizia Fiaschetti per il Corriere della Sera

Segue l’evolversi della situazione ora dopo ora Daniele Leodori, numero due della Regione Lazio, consapevole del trend in progressivo peggioramento: dopo il balzo registrato ieri con 579 casi, i positivi al Covid salgono sopra quota 10mila e si teme un’ulteriore impennata nei prossimi giorni. Per arginare la recrudescenza dei contagi, ed evitare che l’indice di trasmissione superi il livello di guardia finendo fuori controllo, il monitoraggio è costante.

Vicepresidente Leodori, il nuovo Dpcm ha inasprito le restrizioni per contenere la diffusione del virus: ritiene che possano bastare o che l’andamento dell’epidemia nel Lazio richiederebbe scelte più drastiche?
«Laddove necessario, come per la provincia di Latina, siamo intervenuti con un mini lockdown circoscritto ancor prima del nuovo decreto. Il criterio è quello di valutare caso per caso, dal momento che il quadro è in continuo divenire. Allo stato attuale le misure del governo sembrano sufficienti».

Se la curva dovesse continuare a salire, per evitare il sovraccarico del sistema sanitario è immaginabile che si possa chiudere l’intera regione?
«La chiusura dei confini è un provvedimento che va concertato con l’esecutivo nazionale. Per il momento continuiamo a ripetere la raccomandazione di osservare le regole: distanziamento sociale, mascherina e lavaggio frequente delle mani. Se saremo costretti o meno a introdurre altre misure dipenderà dal comportamento individuale. È chiaro che dopo l’estate, quando si è tornati a essere più liberi, vi sia stata una maggiore diffusione del virus, ma se mettiamo in pratica tutte le prescrizioni l’epidemia si può ancora contenere».

Le limitazioni ancora più serrate per bar e ristoranti, tra chiusura anticipata alle 24 e divieto per i clienti di sostare fuori dai locali dopo le 21, impatteranno in modo negativo su un bilancio già disastroso per le attività di somministrazione: pensate di stanziare risorse aggiuntive per reintegrare, seppure in parte, le perdite o di varare altre forme di sostegno per aiutare gli imprenditori?
«Vedremo cosa deciderà il governo. Il decreto è nazionale, immagino si debbano mettere in campo interventi di carattere generale. Oggi (ieri, ndr) in giunta abbiamo approvato un bando da 10 milioni per sostenere le attività che acquistano prodotti della filiera agroalimentare laziale sostenendo così l’economia del territorio: per fatture fino a un massimo di 15mila euro verrà stornato il 30 per cento della spesa».

Con il trend dei contagi in aumento la diagnosi precoce sarà sempre più determinante nella lotta al virus. Dopo le code interminabili ai drive-in, ritiene che per implementare e snellire l’attività di screening si potrebbero estendere i test rapidi salivari già sperimentati nelle scuole?
«Credo che siamo a un passo dal via libera definitivo da parte delle autorità sanitarie. Una volta ottenuta la validazione, sarà importante estendere i test rapidi salivari attraverso una diffusione capillare nelle strutture territoriali per raggiungere un ampio campione di popolazione».

Il governatore Zingaretti le riconosce un talento nel pronosticare i risultati elettorali. A parte le sue capacità predittive, l’esperienza di questi mesi cosa le suggerisce sull’andamento dell’epidemia?
«Dalla prossima primavera, tra la disponibilità di nuovi farmaci e l’arrivo del vaccino, inizierei a essere ottimista».

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