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 Prima seduta di laurea del corso Ingegneria delle Tecnologie per il Mare

Auguri e complimenti per questo grande traguardo va a voi neo laureati che da oggi entrate in una nuova fase della vita, potrei dire adulta. Certamente da ora in poi avrete l’opportunità di mettervi in gioco nel mondo del lavoro, un lavoro che, permettetemi di dire e di augurarvi, andrà a braccetto con la passione perché mi piace pensare che sia stata proprio la passione per il mare a sfociare in una scelta consapevole di un corso di laurea di questo tipo.

Ringrazio per l’invito e saluto il Rettore Luca Pietromarchi, con cui insieme, tre anni fa – in collaborazione anche con CNR, l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e l’INSEAN (Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettura Navale Vasca Navale) – abbiamo scommesso su un corso di studi universitario dedicato alle tecnologie per il mare che fosse in grado di creare nuove opportunità di formazione e lavoro per giovani provenienti da tutta Italia.

Il Politecnico del mare, nel 2018, pensato e realizzato in dieci mesi, è nato così: dalla consapevolezza che orami ci fosse bisogno di una didattica di alta tecnologia ingegneristica che avesse anche una forte vocazione alla sostenibilità ambientale e fosse focalizzata sui temi dell’ingegneria delle energie rinnovabili di origine marina e dell’ingegneria costiera.

Voi siete i primi orgogliosi frutti di questa scommessa; lo stesso territorio di Ostia ha risposto in maniera straordinaria con oltre cento iscritti, moltissimi dei quali provenienti dagli istituti del X Muniucipio, registrando anche la più alta percentuale di donne iscritte (40%) rispetto alla media della facoltà. Un segnale importante da parte del territorio e per quello che riguarda la scelta di formazione delle donne che oggi iniziano ad essere sempre più indirizzate verso corsi di studio di lauree STEM.

Una sfida  vinta, prima di tutto, grazie a voi, alla dedizione del Rettore, dei Professori e di tutti coloro che vi hanno accompagnato in questo percorso.

Grazie anche all’impegno della Regione Lazio che ha scelto di investire in un ambito come quello della “blue economy” ad Ostia perché nascesse proprio in questo territorio  un centro universitario di eccellenza, in grado di creare nuove opportunità di formazione e lavoro per i giovani di tutto il Paese.

Una scelta in linea con la strada intrapresa anche dall’Europa che sta indirizzando moltissime risorse nella così chiamata crescita blu, per favorire una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo, considerato che i mari e gli oceani rappresentano un motore per l’economia europea, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita.

È importante ricordare che in Europa l’economia blu impiega circa 5,4 milioni di persone e genera un valore aggiunto lordo di quasi 500 miliardi di euro l’anno.

Secondo la Banca Mondiale, la Blue Economy rappresenta l’uso sostenibile delle risorse del mare per la crescita economica, il miglioramento dei mezzi di sussistenza e dell’occupazione, preservando la salute degli ecosistemi marini.

Inoltre, dalle stime emerse dall’ “VIII Rapporto dell’Economia del Mare” le imprese italiane dell’economia del mare sfiorano nel 2018 le 200 mila unità, rappresentando il 3,3% del totale. Lo stock complessivo è cresciuto rispetto al 2014 del +9,5%.

Una forza imprenditoriale che rappresenta un motore per la produzione economica, pensando che il valore aggiunto prodotto dalla blue economy è arrivato nel 2018 a 46,7 miliardi di euro, pari al 3,0% del totale dell’economia e l’occupazione è di 885,2 mila unità nell’intero comparto, che incidono per il 3,5% sul totale dell’occupazione del Paese.

Per quanto riguarda la nostra Regione, il Lazio è al terzo posto per l’incidenza delle imprese dell’economia del mare sul totale dell’economia della regione (5,5), dopo Liguria (9,4) e Sardegna (6,0). In termini assoluti, le province con il più elevato numero di imprese nella blue economy sono Roma (31.726 unità) e Napoli (16.987).

L’eroe premesse sono ottime ma c’è bisogno di fare di più, perché se è vero che il nostro Paese ha circa 8000 km di coste con un elevato indice di insularità ed un’antica tradizione marittima,  purtroppo la conoscenza e l’utilizzo (sostenibile) del mare sono ancora poco sviluppati. Ed è su questo che dobbiamo investire partendo anche dalla formazione dei nostri giovani.

Anche noi come Regione abbiamo scelto di intraprendere la stessa strada indicata dall’Europa, mettendo campo energie come queste, per formare e preparare figure professionali necessarie per le professioni del futuro.

Quindi forza ragazzi, auguri dottori, il futuro del mare da oggi in poi sarà nelle vostre mani!

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