Intervista di Andrea Arzilli per il Corriere della Sera
Il vicepresidente del consiglio regionale della Regione : «Ci aiuterà la tecnologia». Tra i progetti legati al Recovery fund è previsto un maxi-investimento di 850 milioni proprio sulla sanità. E sulla scuola: «Pensiamo alle nuove coppie»
Il Lazio è tra le poche regioni rimaste sempre in giallo, grazie a indici Covid sotto controllo. Eppure, tra i progetti legati al Recovery fund, è previsto un maxi-investimento di 850 milioni proprio sulla sanità.
Vice governatore Daniele Leodori, perché nuovi fondi se il sistema funziona?
«Perché vogliamo strutturare la sanità in modo che possa reggere l’urto di fronte a eventi straordinari come questa pandemia. Si tratta di un’integrazione, non di una correzione. E serve a fronteggiare nuove crisi anche grazie alla tecnologia: la sanità è al primo posto nella svolta digitale che, nei piani, coinvolgerà tutti i settori».
Pensa anche alla medicina a distanza?
«Certo, abbiamo investito 500 milioni sulla telemedicina e sulla medicina del territorio. Perché, soprattutto alla luce di quanto è successo durante la pandemia, bisogna garantire anche a distanza il sostegno alle attività sanitarie. E poi abbiamo immaginato il recupero del Forlanini come sede dell’Agenzia europea per la ricerca biomedica».
Quindi più sanità. E anche più asili.
«Sì, pensiamo alle nuove coppie e all’incremento delle nascite. Per questo stimiamo che servano subito 500 asili in più nel Lazio, così da coprire le necessità emerse anche durante il Covid. Non solo li apriamo, ma con 50 milioni li avviamo, sia quelli pubblici sia quelli in affidamento ai privati, perché all’inizio possono avere difficoltà».
E l’economia? In questi giorni in Regione si è discusso molto con l’assessore Alessio D’Amato sull’opportunità di allentare le restrizioni.
«Il dibattito è nazionale in realtà. Io credo che dobbiamo tenere sotto controllo la curva dei contagi ma allo stesso tempo dare fiducia all’economia per il futuro. Tenere sotto controllo l’Rt serve a ripartire prima: il rigore è giusto, ma non può essere una punizione, semmai è la strategia per uscire da questa situazione. E aggiungo che non si possono fare previsioni da qui a quattro mesi: teniamo sotto controllo i contagi e poi, di concerto col governo, prendiamo le decisioni più opportune».
E quando parlerete dei soldi del Recovery con il governo?
«Abbiamo inviato i nostri progetti alla Conferenza delle Regioni, ora siamo in attesa di capire quando si terrà il tavolo di confronto. Credo sarà all’inizio dell’anno prossimo».