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 Un Politecnico per Roma con università e imprese e 1 miliardo dal recovery fund

Da La Repubblica: di Daniele Autieri

Un Politecnico per Roma. Un grande centro accademico, sulla scia di quelli attivi a Torino e Milano, che possa diventare un tempio della formazione scientifica universitaria. È questo uno dei più ambiziosi progetti che la Regione Lazio ha presentato al governo italiano affinché sia inserito nella lista delle opere da finanziare con il Recovery fund.

Un progetto ambizioso non solo per la sua portata scientifica, ma anche per l’impatto finanziario. L’operazione, allargata al mondo dell’università e della ricerca, dovrebbe infatti raccogliere un finanziamento di un miliardo di euro.

“Il progetto è ancora in fase embrionale – spiega il vice presidente della Regione, Daniele Leodori – ma si basa proprio sul concetto del sistema paese. Nella sua realizzazione vogliamo coinvolgere tutte le università della regione, ma anche alcune università fuori dal Lazio, penso ad esempio alla Federico II di Napoli”.

Oltre alle università, il progetto di un Politecnico del Lazio mira a coinvolgere anche i centri di ricerca, puntando a rendere ancora più competitiva l’offerta formativa della regione. “Come accade a Milano e Torino – aggiunge Leodori – l’obiettivo della Regione è quello di far convergere le eccellenze del sistema paese su Roma e sul Lazio, contribuendo anche a riattivare in questo modo il sistema industriale della regione.

Il concetto e la ratio del politecnico rispondono proprio a questo: un istituto di studi superiori, autonomo dal punto di vista amministrativo e didattico rispetto alle altre università, ma soprattutto con facoltà specializzate nella tecnologia, in particolare ingegneria e architettura.

Caratteristiche che lo rendono una fucina fisiologica di manodopera intellettuale dalla quale le imprese possono pescare talenti da immettere nel mondo produttivo. Proprio il mondo delle imprese è direttamente coinvolto nel progetto.

L’idea nasce infatti nel settembre scorso in seno a Unindustria e proprio il presidente dell’unione degli industriali, Angelo Camilli, la presenta come uno dei tre pilastri di rilancio del settore industriale della regione: l’Expo a Roma, l’economia del mare da sostenere sull’asse Civitavecchia- Fiumicino-Gaeta, e il Politecnico.

Alle spalle di Unindustria si muove il settore industriale di una regione che rimane al secondo posto in Italia per numero di abitanti e Pil, e dove sono presenti alcuni cluster di eccellenza, come quello di Latina e Frosinone, rispettivamente al 1° e al 3° posto in Italia nel farmaceutico. Una regione in cerca di riscatto per la crisi del Covid, come il resto del Paese.

L’ultimo report della Banca d’Italia indica per l’economia del Lazio un calo del Pil del 10,3% nel primo semestre dell’anno che dal punto di vista industriale dipende principalmente dal calo delle esportazioni, con un naturale riflesso tanto nella contrazione degli investimenti quanto nella riduzione dei posti di lavoro. Il futuro rimane quello degli investimenti e dei grandi progetti, proprio come quello del Politecnico che adesso dovrà superare l’imbuto della limitatezza di risorse del Recovery fund, rientrando in via definitiva nella lista dei progetti sposati dal governo in sede comunitaria.

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